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Raffa la Giraffa…
Come vive un bambino la Comunità Educativa? Cosa pensa? Cosa sente?
Sono queste le domande che più di frequente vengono in mente e alle quali abbiamo provato a dare riposta così: dando un foglio ed una penna ad un bambino ospite di una delle strutture Oikos, sedendosi accanto a lui, provando a raccontare una breve favola che racchiude il significato che per lui ha la Comunità…. nasce Raffa la Giraffa.
“C’era una volta una piccola giraffa di nome Raffa. Viveva in un paesino immerso tra colline verdeggianti, un posticino tranquillo dove tutte le famiglie di animali vivevano in armonia. Raffa viveva con il babbo che stava sempre in disparte in un angolo, e Raffaella la mamma, che le dava sempre la pappa buona da mangiare: la piccola Raffa era felice di stringere la sua mamma e bere il suo latte…
Arrivò però il giorno in cui la mamma Raffaella non ebbe più il latte, fu un bruttissimo giorno. Il giorno più brutto della vita per la piccola giraffina. La mamma non era più in grado di darle la pappa buona e di nutrirla come si doveva. Fu così che Raffa andò ad abitare con la famiglia delle mucche. In quella famiglia ognuno beveva il suo latte dalla scodella non dalla propria mamma, ma erano ciotole colme di buon latte che “è tanto e non finisce mai”. Allora Raffa capì che la nuova famiglia le voleva bene davvero e lì poteva crescere in armonia con le nuove sorelle mucche…
…finchè un giorno il papà, che sentiva tanto la sua mancanza, tornò a prenderla. Il papà aveva capito…”
Ho dato un senso alla mia vita
La mia motivazione d’ingresso sicuramente non è stata delle più chiare e profonde: la mia idea non era quella di risolvere il problema di fondo e cioè la mia tossicodipendenza, forse perché la reputavo come cosa alquanto improbabile ed irrealizzabile, ma di mettere delle pezze ai problemi ad essa correlati.
Il mio programma è stato un cammino molto lungo, fatto di un succedere di molti momenti significativi che mi hanno permesso di conoscermi, prendere consapevolezze, ritrovare me stesso e dare un senso più profondo alla mia vita.
Se guardo con gli occhi d’oggi il periodo trascorso in accoglienza, non lo vedo come periodo particolarmente significativo, anche se allora, il solo fatto di essermi disintossicato era stato qualcosa di grande, quasi interpretato come la risoluzione dei miei problemi.