Il cambiamento nei racconti per l’infanzia: quali conseguenze?
Negli ultimi decenni abbiamo assistito a un cambiamento significativo nei racconti per l’infanzia. Un tempo, la lettura di fiabe consentiva ai bambini di affrontare un ampio ventaglio di emozioni attraverso il vissuto dei personaggi. I conflitti, le paure e le sofferenze dei protagonisti erano centrali nelle storie, ma oggi questi elementi sembrano essere stati sostituiti da un approccio più rassicurante.
Il mercato e la trasformazione delle storie
Il pensiero capitalista risponde alla richiesta sociale, vendendoci ciò che supponiamo di voler accogliere. Se la società attuale cerca di evitare frustrazioni e vissuti traumatici, anche i racconti per bambini subiscono una trasformazione necessaria al mercato. Un tempo, la famiglia era esposta alle difficoltà della vita quotidiana; oggi, la tendenza pedagogica sembra mirare a proteggere i più piccoli da esperienze emotive intense.
Il valore delle fiabe tradizionali
Le fiabe dei Fratelli Grimm o di Charles Perrault narrano situazioni drammatiche, con protagonisti che affrontano ostacoli e antagonisti prima di giungere alla risoluzione. Pensiamo a Hansel e Gretel, abbandonati nel bosco, a Biancaneve, perseguitata dall’invidia della matrigna, o a Cappuccetto Rosso, che affronta il pericolo del lupo. Queste storie permettevano ai piccoli lettori di confrontarsi con emozioni come paura, solitudine e perdita, favorendo una crescita emotiva consapevole.
La funzione educativa della lettura
Leggere fiabe ai bambini offre un’opportunità unica: vivere emozioni forti in un ambiente protetto, accanto a un adulto. Il processo di immedesimazione permette di esplorare i sentimenti senza subirne direttamente le conseguenze. Affinché questo sia efficace, però, l’adulto dovrebbe astenersi dal fornire risposte preconfezionate o rassicurazioni eccessive, lasciando spazio al bambino per costruire il proprio pensiero.
I racconti moderni e la perdita del conflitto
Oggi, molte storie per bambini evitano i conflitti e le esperienze dolorose, privilegiando narrazioni leggere e positive. Le difficoltà affrontate dai protagonisti sono spesso legate a episodi di vita quotidiana, come la perdita di un gioco o un malinteso. Il focus è sulla rapida risoluzione del problema, senza un reale approfondimento delle emozioni negative.
Un confronto emblematico è quello tra Anna dai capelli rossi e Paw Patrol. La prima è la storia di un’orfana che affronta il dolore della perdita e il senso di rifiuto; la seconda racconta di cagnolini dotati di superpoteri che risolvono problemi senza difficoltà reali. I racconti moderni sembrano allontanarsi dal bisogno di resilienza e problem-solving interiore.
Le conseguenze dell’eccessiva protezione emotiva
Proteggere i bambini dalle emozioni negative sembra essere un atto d’amore, ma a lungo termine potrebbe avere conseguenze. La mancata esposizione a racconti complessi priva i più piccoli di strumenti fondamentali per affrontare la realtà. Evitando la frustrazione, non insegniamo ai bambini a gestirla, e senza esperienze emotive difficili, non sviluppano la capacità di reagire e di essere resilienti.
Conclusione
Le storie attuali offrono un benessere immediato, ma privano i bambini della possibilità di sviluppare consapevolezza emotiva. La ricerca psicologica suggerisce che racconti più articolati aiutano i bambini a riconoscere e gestire emozioni come paura, rabbia e tristezza, favorendo una crescita più equilibrata. In definitiva, proteggere eccessivamente i bambini dalle difficoltà potrebbe rivelarsi un limite per la loro maturazione.